Linguaggio C: Introduzione

Linguaggio C: Introduzione

ato nel 1983 dall’ingegno di Bjarne Stroustrup, allora ricercatore presso AT&T, C++ è tra i primi 5 linguaggi più utilizzati al mondo.

I campi di applicazione sono i più svariati: dal gaming alle applicazioni real-time, dai componenti per sistemi operativi ai software di grafica e musica, dalle app per cellulari ai sistemi per supercomputer. Praticamente, C++ è ovunque.

Il C++ è un linguaggio pensato per la programmazione orientata agli oggetti, che rende questo linguaggio una piattaforma ideale per realizzare progetti di grosse dimensioni, favorendo l’astrazione dei problemi.

Efficienza e versatilità

C++ mette insieme l’espressività dei linguaggi orientati agli oggetti con l’efficienza e la compattezza del linguaggio C dal quale discende e di cui eredita potenza, flessibilità e la possibilità di programmare a basso livello.

Questo ci permette di scrivere programmi di tutte le dimensioni, utilizzando ricchi stack di framework per dialogare ad alto livello, oppure lavorare a basso livello fino ad arrivare all’intergrazione di istruzioni assembly.

Portabilità

Esistono compilatori di C++ praticamente per tutte le piattaforme e sistemi operativi, e con le dovute accortezze (spesso non banali) si può pensare di ricompilare un software e farlo girare in diversi contesti applicativi. Questo grazie al fatto che C++ è definito come standard.

Va detto che in generale il compilatore crea codice destinato direttamente al sistema operativo, ma ci sono anche casi in cui il sorgente viene compilato in bytecode per girare su macchine virtuali, come accade per esempio con il Visual C++ e il runtime CLR di Microsoft. Anche in questo caso, comunque, strumenti come Mono garantiscono una certa portabilità del codice.

La programmazione a oggetti (o programmazione “orientata agli oggetti“) è ormai affermata e trova sempre maggiore successo nell’ambito della progettazione e dello sviluppo del software. Si tratta di un modo di pensare in modo astratto ad un problema, utilizzando concetti del mondo reale piuttosto che concetti legati al computer. In tal modo si riescono a comprendere meglio i requisiti di progetto, si ottengono delle soluzioni più chiare e ne risultano sistemi software in cui la manutenzione è decisamente più facile.

Gli oggetti costituiscono il costrutto fondamentale di tale filosofia. Un oggetto è una singola entità che combina sia strutture dati che comportamenti: i dati sono visti come proprietà dell’oggetto e le procedure per accedere ai dati ed effettuare elaborazioni sono viste come metodi (le “vecchie” funzioni).

Gli oggetti, in sostanza, possono essere visti come dei mattoni che possono essere assemblati e che hanno un alto potenziale di riutilizzo. Infatti uno dei benefici principali ed uno dei motivi per cui è stata sviluppata la programmazione ad oggetti è proprio quello di favorire il riutilizzo del software sviluppato.

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Ultime modifiche: domenica, 8 marzo 2020, 16:46