Introduzione

2. Parametri per lo slicing

L’interprete che traduce le nostre volontà alla macchina

Una volta che lo slicer elabora i vari movimenti che si devono compiere, esattamente come un bravo interprete trasforma le nostre indicazioni in formato *.Gcode: il linguaggio che parlano le stampanti. I comandi tradotti sono i movimenti dei motori sugli assi x e y, l’avanzamento e la ritrazione del filamento. E il movimento sull’asse z, che avviene solo nel passaggio tra un layer e il successivo. Sostanzialmente quando uno strato è ultimato e si deve passare al prossimo.

Quello che prima ho omesso è che nella fase di “affettamento”, quindi nel creare la serie di strati, possiamo intervenire e modificare sostanzialmente una serie di parametri. Possiamo variarli in funzione delle caratteristiche tecniche che vogliamo che il nostro oggetto abbia o non abbia.

La differenza che può fare il nostro intervento

L’intervento umano e l’elaborazione di una strategia nell’impostare i valori corretti all’interno dello slicer è determinare per arrivare ad ottenere un’ottima stampa anzi che una mediocre.
L’esperienza ci aiuterà ad analizzare i vari oggetti che vorremo creare. Per un neofita molte strategie possono non essere chiare o non intuitive.
Una è l’orientamento del pezzo, quindi spostare, girare, capovolgere il modello fino ad ottenere la minima necessità di avvalersi dei supporti possibile. Creare un supporto per una parte sospesa oltre ad essere un consumo ulteriore di materiale può anche essere fonte di problemi sia nella fase di costruzione sia nella fase di distaccamento. Imparerete che ogni supporto porta con se una cicatrice, più o meno evidente in base alla qualità della nostra stampante e alla nostra bravura.

Tra gli interventi umani anche la definizione della velocità può fare la differenza. Stampanti in acrilico, magari ballerine non possono fisicamente raggiungere altissime velocità di stampa. Preso atto di questo basterà avere l’accortezza di rallentare leggermente. I parametri su cui possiamo intervenire sono davvero molti e ho voluto riassumere qui sotto i più comuni, che ogni slicer ci permette di variare.

Tutti i software di slicing ci danno la possibilità di variare moltissimi parametri:

  • Shell

    indica il numero di layer concentrici che il nostro oggetto avrà, un vero e proprio guscio. Oggetti che dovranno resistere ad urti dovranno avere il guscio più largo. Anticipo a tutti che avere una misura di shell che non è multipla della larghezza del foro dell’ugello da cui esce la plastica può portare qualche problema.

  •  Infill
è la percentuale di riempimento. Più la percentuale si alza e più l’oggetto avrà una densità maggiore di materiale. In alcuni software è possibile anche scegliere il pattern di riempimento e la forma da dare ai poligoni interni.
 
  • Altezza layer

    lo spessore di ogni livello. Per aumentare la definizione dell’oggetto vanno impostati valori bassi. Di norma stampanti commerciali arrivano a 0,1 mm, alcuni KIT anche a 0,05mm. In qualche caso si toccano i 0,02mm ma i costi iniziano a lievitare.

  • Temperatura estrusore

    è la temperatura della testina di estrusione e quindi di fusione della plastica che va impostata a seconda del materiale usato. Nelle nostre recensioni potete trovare le temperature ideali per moltissimi materiali recensiti. 

  • Temperatura del piano

    alcuni materiali, come l’ABS, il Nylon ed altri speciali, per aderire al piano di stampa necessitano di un piano riscaldato che possa arrivare a 100°/120°. 

  • Supporti

    tutti i software slicer hanno la possibilità di creare delle strutture di sostegno per le parti che superano un certo angolo di sospensione. La plastica fusa deve avere una base d’appoggio, per questo se lo strato sottostante non supporta il successivo possiamo intervenire noi (o meglio lo slicer che li crea automaticamente) e creare una struttura di supporto. In alcuni è anche possibile indicare l’angolo sopra il quale creare il supporto. Con sbalzi fino a 50° la stampa si auto sostiene, andare oltre è rischioso e la buona riuscita può dipendere dal materiale utiizzato. 

  • Velocità di stampa

    questa opzione definisce la velocità di spostamento dei vari motori, esistono molte velocità da regolare, di stampa, di stampa dell’interno, del guscio, di spostamento e altre. Le stesse velocità poi possono variare anche in base al materiale utilizzato (generalmente più morbido deve essere stampato più lentamente) e alle velocità che sopporta la macchina che stiamo usando. 

  • Opzioni di adesione

     Raft– la funzione genera un primo layer supplementare che fa da supporto orizzontale su cui costruire l’oggetto. Si usa per facilitare l’adesione della plastica e per ridurre le deformazioni.

     Brim- fa partire il primo strato più largo del normale (di una misura decisa dall’utente), per aumentare i punti di contatto al piano e quindi di conseguenza aumentare l’adesione.

     Skirt– crea un filo attorno al perimetro dell’oggetto, serve in genere per capire dove sarà realizzato e per spurgare l’estrusore da eventuali impurità