Approfondimenti

2. Calcolo del punto di pareggio

Vediamo, attraverso un esempio, come è possibile calcolare il punto di pareggio, ovvero la quantità minima che occorre produrre affinché l’impresa sia in grado di coprire i costi totali con i ricavi conseguiti.

Facciamolo attraverso un semplice esempio.

Esempio.

Supponiamo che l’impresa sostenga:

Costi fissi pari a 10.000 euro;

Costi variabili pari a 10 euro per unità prodotta.

Il prezzo di vendita è pari a 20 euro per unità.

Indichiamo con:

CF i costi fissi;

cv i costi variabili unitari;

CV i costi variabili totali;

CT i costi totali;

RV i ricavi totali.

il prezzo  di vendita.

Inoltre indichiamo con Q la quantità minima necessaria a far sì che i costi totali siano uguali ai ricavi totali, che possiamo chiamare anche quantità di equilibrio.

Il punto di equilibrio è quello che consente di avere dei ricavi totali uguali ai costi totali, ovvero:

RV = CT.

Ma poiché i costi totali sono la somma di costi fissi e costi variabili, possiamo scrivere:

RV = CF + CV.

Ora i ricavi totali non sono altro che il prodotto tra prezzo di vendita e quantità venduta, ovvero:

 pQ = CF + CV. 

I costi variabili, invece sono il prodotto dei costi variabili unitari per la quantità prodotta. Cioè:

pQ = CF + cvQ

Nel nostro esempio possiamo scrivere:

20Q = 10.000 + 10Q.

La nostra incognita è la Q, ovvero la quantità che consente di avere una situazione di equilibrio.

 Quindi portando10Q a primo membro e cambiando di segno, avremo:

 20Q – 10Q = 10.000

Ora mettiamo in evidenza la Q, per cui la nostra espressione diventa:

 Q (20-10) = 10.000

 da cui

 10 Q = 10.000.

 Dividiamo entrambi i membri per 10 e abbiamo

10Q/10 = 10.000/10

ovvero

Q = 1.000.

Questo significa che, nel nostro esempio, la quantità che consente di avere dei ricavi totali pari ai costi totali è 1.000.

Al di sopra di questo livello di produzione l’impresa riesce a conseguire degli utili.