1.1.2 - Algoritmi e chiavi

Le funzioni di cifratura di un testo in chiaro, o “plaintext”, utilizzano solitamente sia un algoritmo, o “cifra”, sia una chiave, o “key” che l’algoritmo usa per produrre il testo criptato, o “ciphertext”. 

I moderni crittosistemi evitano di usare algoritmi cosiddetti “ristretti”, la cui segretezza sia condizione per la tenuta del crittosistema stesso: se scoperti e diffusi, infatti, rendono insicuri tutti i messaggi generati per loro mezzo. L’algoritmo si considera pubblico, e la segretezza è affidata alla intrinseca robustezza della chiave.

Le chiavi di cifratura e decifratura possono essere uguali, o diverse, ma correlate l’una all’altra. Nel primo caso si parla di crittosistema a chiave simmetrica o segreta; nel secondo, di crittosistema a chiave asimmetrica, o pubblica-privata, proposto teoricamente nel 1976 da Diffie ed Hellman, creando una vera rivoluzione di questo settore. L’algoritmo fu implementato praticamente la prima volta da Rivest, Shamir e Adleman nel 1978, come vedremo meglio; i tre fondarono poi “RSA Security”, per difendere il loro brevetto e sfruttarlo commercialmente. Una variante dell’algoritmo RSA è usata anche nel diffuso prodotto di cifratura per PC, detto PGP-Pretty Good Privacy (una segretezza abbastanza buona), e nelle sue evoluzioni (es. GPG).

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Ultime modifiche: mercoledì, 14 aprile 2021, 11:39